La tavola di smeraldo o smeraldina (in latino tabula smaragdina) è un testo sapienziale che, secondo la leggenda, sarebbe stato ritrovato in Egitto, prima dell'era cristiana.
Il testo era inciso su una lastra di smeraldo ed è stato tradotto dall'arabo al latino nel 1250. Esso rappresenta il documento più celebre degli scritti ermetici ed è attribuito allo stesso Ermete Trismegisto, dagli egizi riconosciuto nel dio Thot. Esso apparve per la prima volta in versione stampata nel De Alchemia di Johannes Petreius (1541).
La tradizione vuole che Ermete avesse inciso le parole della Tavola su una lastra verde di smeraldo con la punta di un diamante, e che Sara, moglie di Abramo, l'avesse in seguito rinvenuta all'interno della sua tomba (altre versioni indicano come scopritore Apollonio di Tiana o Alessandro il Grande).
Il testo
Traduzione:
Autori che hanno commentato la Tavola di smeraldo
La tavola di smeraldo fu tradotta per la prima volta in latino nel XII secolo da Ugo di Santalla. Il testo si trova anche in un'edizione del XIII secolo del Secretum Secretorum (noto anche come Kitab Sirr al-Asrar). Già durante il Rinascimento la tavola fu oggetto di studio e traduzione da parte del filosofo umanista Marsilio Ficino.
A partire dai primi del Novecento alcuni studiosi italiani di ermetismo filosofico hanno dato nuovo impulso, su alcune riviste del settore, ad articolati commenti sulle proposizioni della tavola smeraldina sotto il profilo ermetico-alchemico. Fra questi Luciano Jesboama Galleani (conte Luciano Galleani, Prefetto del Regno) sulla rivista Commentarium nel 1910, e Hahajah (Mario Parascandolo) sulla rivista Ibis nel 1950.
Titus Burckhardt (1908-1984) la cita nel suo libro Alchimia, significato e visione del mondo.
Lo scrittore tedesco Thorwald Dethlefsen (1946-2010) dedica alla «Tabula Smaragdina» un capitolo del suo libro Schicksal als Chance, pubblicato in italiano col titolo Il destino come scelta.
La Tavola di smeraldo è interpretata come un testo che profetizza le scoperte della scienza moderna nel saggio Finis Gloriæ Mundi, pubblicato nel 1999 con lo pseudonimo di Fulcanelli, già utilizzato per indicare l'autore (o gli autori) de Il mistero delle cattedrali e Le dimore filosofali.
Nella cultura di massa
La frase "Sic mundus creatus est" ed in generale la tavola di smeraldo sono al centro della trama della serie Netflix Dark.
Note
Bibliografia
- Didier Kahn (curatore), La table d'émeraude et sa tradition alchimique, Parigi, Les Belles Lettres, 1994.
- L. Jesboama, Commento completo alla Tavola di smeraldo dell'Ermete Trismegisto, in «Commentarium», rivista per le Accademie Ermetiche del dott. Giuliano Kremmerz, anno I, n°6/7/8/9/10, ottobre/dicembre, Bari 1910.
- Hahajah, La tavola di smeraldo, in «Ibis», rivista bimestrale di studi esoterici, n° 4-5-6 luglio/dicembre, Bari 1950.
- Omraam Mikhaël Aïvanhov, La pietra filosofale: dai Vangeli ai trattati alchemici, a cura di E. Bellocchio, Edizioni Prosveta, 2005.
- Sebastiano Gentile, Carlos Gilly, Marsilio Ficino e il ritorno di Ermete Trismegisto, Firenze, Centro Di, 1999.
- Ezio Albrile, Alchimia. Ermete e la ricerca della vita eterna, Roma, Simmetria Edizioni, 2017.
Voci correlate
- Ermetismo (filosofia)
Altri progetti
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- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Tavola di smeraldo
Collegamenti esterni
- (EN) Emerald Tablet, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Tavola di smeraldo, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- La “Tavola Smeraldina” d'Ermete Trismegisto, su it.atlantis-and-atlanteans.org.
- Titus Burckhardt, La tavola smeraldina




